Controlli a distanza sul lavoro, rischio boom di violazioni privacy

Controlli a distanza sul lavoro, rischio boom di violazioni privacy

Controlli a distanza sul lavoro, rischio boom di violazioni privacy

A pochi mesi dalla modifica introdotta dal Jobs Act, molte aziende che utilizzano strumenti tecnologici (smartphone, tablet, etc) per controllare i dipendenti rischiano multe pesantissime.

Con l’entrata in vigore degli ultimi decreti attuativi del Jobs Act  é cambiata la disciplina dei controlli a distanza sui lavoratori, ma l’acceso dibattito politico e le polemiche che vi hanno fatto eco attraverso i media, non hanno contribuito a fare ancora la necessaria chiarezza sul nuovo quadro giuridico, che da una parte apre alla possibilità di maggiori controlli del datore di lavoro, ma dall’altra conserva i fondamentali diritti a favore dei dipendenti sul rispetto della loro dignità, nonché sulle tutele del Codice della Privacy.

Mettendo mano ad una legge scritta 45 anni fa, l’intento del Jobs Act è quello di rendere lo Statuto dei Lavoratori più adeguato al contesto tecnologico del mondo del lavoro attuale rispetto a quando fu introdotto nel 1970, anche se pare che molte aziende stiano ancora faticando a districarsi in una materia complessa, che si intreccia tra disciplina giuslavoristica, normativa privacy, e codice penale.

In effetti, anche utilizzare con superficialità comuni strumenti di lavoro come smartphone e tablet per verificare l’operato dei dipendenti espone a pesantissime sanzioni del Garante, ma soprattutto – oggi, dopo la riforma, ancora più di ieri – può portare i datori di lavoro a vedersi dichiarare comunque inutilizzabili le prove raccolte per fini disciplinari o per contenziosi con ex dipendenti.

In attesa di chiarimenti e sviluppi normativi il consiglio pratico per le aziende al fine di evitare inutili sanzioni è quello di:

  1. censire gli strumenti per capire cosa richieda ancora autorizzazioni/accordi o no;
  2. aggiornare i disciplinari sull’uso degli strumenti e sui controlli;
  3. rivedere le policy privacy