I progressi tecnologici li hanno resi economici, sicuri e semplici da usare, permettendone la diffusione su larga scala, ma sappiamo bene che far volare un drone non è uno scherzo.
Le prime cose a cui pensare sono zona di volo, sicurezza e privacy. Mentre il primo e il secondo punto sono piuttosto chiari e contano anche sul buon senso del pilota, sulla privacy c’è ancora un po’ di confusione. Ne parliamo insieme oggi per fare chiarezza.
Privacy e droni: quale nesso?
Pensa a quanti APR (aeromobili a pilotaggio remoto) ultra leggeri, silenziosi, facili da pilotare e con batterie a lunga durata ci sono già in commercio per il grande pubblico: se pilotati a una certa distanza dal suolo possono facilmente passare inosservati.
È proprio per questo che ben presto sono stati identificati come “sistemi di sorveglianza invasivi” e di conseguenza severamente regolamentati.
Innanzitutto è bene sapere che chi guida il drone si assume la piena responsabilità nel tutelare la sicurezza e la privacy delle persone e dei luoghi ripresi. Insomma, se non vuoi rischiare multe o lamentele devi conoscere e garantire in prima persona i diritti di chi compare nelle tue foto o nei tuoi video.
Ecco quali sono:
In ultimo, ma non meno importante, hanno sempre il diritto di non essere ripresi o fotografati. L’unica eccezione riguarda l’attività giornalistica, per foto e video realizzati in luoghi pubblici e funzionali alla diffusione di una notizia.
Ricorda inoltre che, secondo il GDPR, è sufficiente che una persona sia riconoscibile perché il file dove compare costituisca un trattamento dei suoi dati personali.
Usare i droni nel rispetto della privacy altrui: cosa fare?
A meno che tu non ti trovi a un evento privato, o che non abbia intenzione di fare foto e video ricordo esclusivamente a tuo uso, quando effettui riprese dal tuo drone devi informare i presenti e rispettare le loro preferenze sul quanto e come vogliono comparire.
In più, la legge stabilisce che chi guida il drone deve in ogni caso limitare la raccolta dei dati personali dei presenti. Ok quindi a riprese veloci e da lontano, ma attenzione a quelle prolungate e più invasive, perché potrebbero costituire una violazione della privacy altrui.
Ottenuto il consenso dei presenti, se vorrai diffondere i file acquisiti (ad esempio sul web), dovrai comunque preoccuparti di oscurare targhe, indirizzi o beni personali qualora comparissero chiaramente nei video e nelle foto.
Ricorda anche che per chi usa i droni per svago vige il divieto di sorvolare la proprietà privata altrui (giardini, cortili, terrazzi etc.), anche solo parzialmente. A questa regola è bene prestare particolare attenzione, perché sono molte le multe già inflitte a chi ha involontariamente invaso una proprietà privata (compresi condomini, spiagge, aziende) mentre riprendeva un’altra area.
Ovviamente, se ti stai solo esercitando nel comandare il dispositivo, non dovrai esporre nessuna informativa e potrai volare tranquillamente (nei limiti di sicurezza previsti!), ma dovrai togliere o disabilitare la videocamera dall’APR.
Vietato origliare
Una norma spesso sottovalutata riguarda le riprese audio effettuate dai droni. Conversazioni private tra due o più persone non possono mai essere registrate, a meno che l’operatore non vi stia prendendo parte, e comunque non possono essere diffuse successivamente.
In questo caso, dovrai assicurarti di usare solo spezzoni che non rendano possibile risalire al contesto della conversazione. Di nuovo, l’eccezione riguarda solo l’esercizio dell’attività giornalistica e la ripresa di personaggi pubblici che stiano svolgendo funzioni lavorative o ufficiali.
Proteggere i dati personali altrui
Infine, ricorda che tra le tue responsabilità di operatore c’è anche quella di tutelare i dati delle persone che hai fotografato o ripreso: acquisendoli ti impegni automaticamente a proteggerli da terzi e a impedirne la diffusione non autorizzata.
Attenzione quindi a dove li salvi e a chi può avervi accesso.
Droni e privacy: quale futuro?
È una legge del 1941 a stabilire che non si può riprodurre e diffondere l’immagine di un’altra persona senza il suo consenso. La tutela dell’identità e della riservatezza altrui, quindi, risale a molti anni fa.
Oggi, però, il dato personale è considerato come un vero e proprio bene economico (non a caso sono di enorme interesse per le aziende che vogliono sfruttarli per operazioni di marketing), quindi ci si può aspettare che venga protetto in modo sempre più controllato.
Possiamo ipotizzare anche che, data la crescente diffusione degli APR presso il grande pubblico, la legge subirà nuovamente modifiche e perfezionamenti a tutela della privacy delle persone: sarà quindi interessante osservare lo sviluppo parallelo di due mondi all’apparenza distanti.
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