Garante Privacy: ok al green pass dopo adeguato DPCM

Garante Privacy: ok al green pass dopo adeguato DPCM

In seguito ad alcune modifiche prenderanno il via le certificazioni verdi Covid-19, ora approvate anche dal Garante.

Il decreto Riaperture ha introdotto il concetto di green pass, cioè di certificazione di non contagiosità rispetto al Covid-19. I requisiti per ottenerlo sono:

  • Aver già ricevuto almeno una somministrazione di vaccino anti-Covid
  • Dimostrare di essere guariti dal Covid
  • Essersi sottoposti al tampone, con esito negativo, nelle 48 ore precedenti

L’esibizione del pass permetterebbe di spostarsi ovunque sul territorio nazionale, di viaggiare all’estero e di partecipare a feste, cerimonie e grandi eventi.

In un primo momento, però c’erano diversi nodi privacy da risolvere:

  • Troppi dati personali contenuti nel certificato verde, che quindi non rispettava il principio di minimizzazione
  • Troppo vaghe le finalità del trattamento, che quindi non rispettavano il principio di determinatezza
  • Troppo scarsa la tutela dei dati raccolti, che non aveva un vero e proprio regolamento (a chi potevano essere comunicati? Per quanto tempo sarebbero rimasti in possesso di chi effettua i controlli?)
  • Assenza di un titolare al trattamento dei dati vero e proprio, dal momento che non era chiaro chi potesse richiedere il green pass
  • Problemi legati alla riservatezza, dato che chi effettuava i controlli sarebbe entrato in possesso di informazioni sullo stato di salute delle persone interessate

L’applicazione del progetto aveva quindi subito diversi rallentamenti, poiché il Garante aveva condizionato il via libera a diverse condizioni necessarie. Oggi, il nuovo DPCM che regolerà l’utilizzo delle certificazioni verdi è in arrivo, e così anche il via libera.

Ecco le modifiche previste:

  • Chiarimento delle finalità del trattamento dati, specificando esattamente in quali situazioni potrà essere richiesto il pass
  • Limitazione del rilascio delle certificazioni alla sola piattaforma nazionale DGC, che potranno inoltre essere verificate solo mediante l’app Verifica C19
  • Garanzia del fatto che chi effettua i controlli possa venire a conoscenza delle sole generalità delle persone che esibiscono il pass
  • Identificazione chiara e univoca dei soggetti deputati ai controlli

In questo modo, il “sacrificio” in termini di privacy richiesto ai cittadini sarà minimizzato, e ciascuno sarà in condizione di difendersi da richieste illegittime o da limitazioni arbitrarie.