Sempre più spesso le aziende sviluppano le proprie attività commerciali raccogliendo dati degli utenti, o dei propri clienti, a fini marketing, ovvero per promuovere servizi e prodotti attraverso l’invio di newsletter, offerte, promozioni, scontistiche, etc.
Alcune realtà aziendali sviluppano anche vere e proprie attività di profilazione, che per definizione privacy (ai sensi del nuovo Regolamento) equivale a qualsiasi forma di trattamento automatizzato di dati personali consistente nella valutazione e analisi di determinati aspetti relativi a una persona fisica, riguardanti ad esempio, il rendimento professionale, la situazione economica, la salute, le preferenze personali, gli interessi, l’affidabilità, il comportamento, l’ubicazione o gli spostamenti.
Un tipico processo di profilazione si verifica attraverso l’utilizzo di cookies, ovvero delle stringhe di testo che rimangono memorizzate sul pc dell’utente che sta visitando una determinata pagina web e che durante la navigazione consentono di riproporre immagini di prodotti o servizi già visti, al fine di invogliarne l’utente all’acquisto. Un altro esempio è la somministrazione di sondaggi o questionari mirati a capire i gusti in fatto di acquisti oppure attraverso analisi di dati, report e statistiche di vendita atti a veicolare le scelte degli utenti verso prodotti in linea con le proprie preferenze.
La profilazione è un processo considerato per legge a rilevante impatto privacy in quanto, qualora applicata, costituisce un limite per la riservatezza stessa dell’utente.
Che cosa implica per un’azienda gestire un processo basato sulla profilazione o sul marketing?
Innanzitutto, l’utente deve essere informato in modo trasparente se questo tipo di attività venga svolto o meno e sulle modalità del trattamento stesso. A questo adempimento si può generalmente ovviare fornendo all’utente un’idonea informativa o attraverso delle idonee privacy o cookie policy.
In secondo luogo, va richiesto all’utente, attraverso una specifica modalità (nel caso di processi automatizzati), un consenso volontario e puntuale a tale trattamento.
Inoltre, solamente nel caso di aziende che svolgano attività di profilazione, va presentata all’Autorità Garante una specifica istanza.
Non meno importante infine, la garanzia e l’esercizio dei diritti per gli utenti. Il Nuovo Regolamento pone particolare riguardo a questo aspetto e cerca di tutelare naturalmente gli utenti, sempre più soggetti ad attività di marketing e/o profilazione da parte di aziende.
Oltre ai consueti diritti di accesso ai dati, cancellazione e rettifica già prevista e garantita anche dall’attuale D. Lgs. 196/2003, con il nuovo Regolamento vengono introdotti altri due diritti per gli utenti: il Diritto all’Oblio ed il Diritto alla Portabilità del dato.
Che cosa comporterà per le aziende garantire ai propri utenti questi due nuovi diritti?
Il Diritto all’Oblio significa che viene riconosciuto ad un individuo il diritto ad essere dimenticato. Il Regolamento prevede che l’interessato possa ottenere dal titolare del trattamento (azienda che detiene i suoi dati) la cancellazione profonda (da tutte le banche dati in cui è presente) e definitiva dei dati personali che lo riguardano senza ingiustificato ritardo.
Mentre il Diritto alla Portabilità del Dato, ai sensi della nuova normativa, si configura più come una semplificazione. Significa che l’utente potrà richiedere alla società che detiene i suoi dati di comunicare o trasferire i dati ad un nuova una nuova società, senza possibilità di diniego.
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Non perderti per strada, fai il prossimo passo!! Buona Lettura.
