Privacy online: l’82% dei siti in italiano sono etichettati come non sicuri

D’ora in poi, gli utenti avranno quindi uno strumento in più per conoscere se un sito web rispetta o meno determinati parametri per valutarne l’affidabilità. Da alcune settimane gli internauti stanno notando sulla barra dei propri browser scritte come “sito non sicuro”, o simboli quali triangolini rossi o cerchi bianchi, a segnalare siti web per cui si viene invitati a prudenza prima di inserire i propri dati personali su un form di contatto, effettuare un login ad un’area riservata, o fare pagamenti online. I simboli e le scritte sui browser da adesso contrassegneranno l’attendibilità dei siti web. Sconsigliato dunque digitare password o fare pagamenti online su quelli non segnalati da un lucchettino verde e identificati con il protocollo “https”.

Il dato che fa più clamore, rilevato da una verifica dell’Osservatorio di Federprivacy effettuata sui 50 siti di lingua italiana più visitati, è che l’82% dei siti di lingua italiana più visitati sono ancora “etichettati” come non sicuri. Le aziende sono dunque chiamate ad attivarsi per non compromettere la fiducia degli utenti.

“La maggioranza degli utenti del web non possiede competenze informatiche avanzate – sottolinea Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy – e neanche conosce bene la normativa in materia di protezione dei dati personali, per cui il ricorso a simboli ed icone che aiutano a comprendere il grado di sicurezza dei siti che si visitano deve essere considerato come un’utile modalità di valutazione dell’affidabilità degli stessi, e un passo avanti per la protezione della privacy online.”

 

IL LUCCHETTO VERDE PER I SITI SICURI

Le versioni più aggiornate dei browser per elevare la sicurezza della navigazione in rete, sia da pc fisso che da tablet o smartphone, “etichettano” come siti sicuri con un piccolo lucchetto verde solo i siti web che sono dotati di certificati SSL (Secure Sockets Layer), per cui la Certification Authority che li emette effettua un controllo preventivo sul sito interessato, che deve essere raggiungibile mediante protocollo di comunicazione sicura a 128 bit o superiore, riconoscibile dal prefisso “https” anteposto al nome del dominio.

 

GLI ALTRI SIMBOLI

Nel caso in cui l’utente visiti un sito che è contrassegnato da un cerchio bianco con una “i” nel centro, significa che questo non utilizza una connessione privata, e qualcuno potrebbe pertanto riuscire a vedere o intercettare le informazioni inviate attraverso quella pagina, pertanto è sconsigliato inserirvi dati personali e password di accesso, ma soprattutto è meglio evitare di digitare i dati della propria carta di credito. Ma se il simbolo visualizzato è un triangolino rosso con un punto esclamativo nel mezzo, sarebbe opportuno uscire subito da tale sito, perché considerato non sicuro con problemi che mettono a rischio la privacy. Invece, nei casi più gravi il browser può addirittura bloccare l’apertura di una pagina web considerata pericolosa, visualizzando una schermata rossa che avverte sui rischi che si correrebbero proseguendo la navigazione.

 

UN INVITO AD ADEGUARSI

Il dato rilevato dell’Osservatorio di Federprivacy è emblematico e dev’essere un monito soprattutto per quelle aziende che operano sul web e siti di e-commerce che sono chiamati ad attivarsi tempestivamente per apportare gli adeguamenti necessari per assicurare un maggiore livello di protezione della privacy online e non compromettere la fiducia dei propri utenti.

 

Fonte: Comunicato Stampa Federprivacy del 14 febbraio 2017