Con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento Europeo sulla Privacy, pubbliche amministrazioni e migliaia di aziende private, devono dotarsi di un “privacy officer”, o di un DPO, responsabile alla protezione dei dati ma ruolo richiede competenze elevate.
Anche se dall’obbligo di nominare questa figura derivano migliaia di nuove opportunità nel mercato del lavoro, quello in questione è però un professionista che necessita di elevate competenze.
Tra i compiti di grande responsabilità che gli sono assegnati dal Regolamento UE 2016/679, il data protection officer (DPO) ha quello di informare e consigliare il management e i dipendenti in merito agli obblighi da rispettare, di verificare che la normativa sia effettivamente applicata e rispettata, supervisionare la formazione del personale e gli audit, nonché fungere da punto di contatto per gli interessati e per il Garante.
Siamo quindi di fronte a un profilo manageriale che non può essere improvvisato, e che richiede un notevole bagaglio di conoscenze e competenze, sia in ambito normativo che informatico, ed anche organizzativo.
Secondo le stime dell’Osservatorio di Federprivacy, il bacino di imprese pubbliche e private che rientrano nell’obbligo di nominare un responsabile per la privacy, o che comunque decideranno di dotarsene per esigenze aziendali, sono in Italia oltre 45mila.
Se molte aziende non sono ancora passate dalla teoria alla pratica, al Workshop sul nuovo Regolamento Europeo organizzato da ConsulGroup previsto per il 07 e 08 novembre prossimo, saranno gli stessi consulenti ed esperti in trattamento dati, Ana Dokic insieme all’Avv. Marco de Paolis a spiegare in quali casi è auspicabile la designazione del DPO, quali saranno i nuovi compiti previsti e le misure necessarie per adeguarsi al fine di evitare le pesanti sanzioni previste dal Nuovo Regolamento.