Rincari sui biglietti aerei: i risvolti privacy

Rincari sui biglietti aerei: i risvolti privacy

Iniziate nel periodo estivo, le importanti fluttuazioni nei prezzi dei voli aerei continuano, talvolta con aumenti di centinaia di euro. Ecco i risvolti privacy del fenomeno.

Non è un caso che i rincari nei prezzi dei biglietti aerei avvengano nel periodo estivo, quando si verifica un picco nelle prenotazioni dei viaggi. Il fenomeno sta però continuando e il Governo italiano, con una specifica misura inserita nel Decreto Omnibus, ha cercato di arginarlo calmierando gli aumenti sui biglietti per le isole. Lo scopo è quello di salvaguardare il turismo interno e garantire una continuità territoriale tra le regioni. 

In attesa di vedere se il provvedimento risulterà risolutivo e potrà prevenire il caro voli l’anno prossimo, è opportuno occuparsi di un altro risvolto del fenomeno: il rischio privacy per gli utenti.

I siti per la prenotazione dei biglietti e/o per il confronto tra le vare tariffe profilano gli utenti raccogliendo informazioni sui loro dati personali, sulle destinazioni ricercate e sui comportamenti di navigazione. Queste informazioni vengono poi utilizzate per proporre pubblicità e promozioni e per stabilire rapidamente su quali voli applicare i rincari.

Se, ad esempio, una particolare destinazione è di tendenza nel periodo estivo, i relativi biglietti aerei subiranno aumenti anche di centinaia di euro. Se si osserva che in un dato periodo si concentrano le partenze, poi, i rincari possono essere applicati su tutti i voli aerei.

Queste pratiche sono contrarie a due dei principi sanciti dal GDPR:

  • Liceità, che stabilisce che i dati personali vengano trattati in modo “lecito, corretto e trasparente nei confronti dell’interessato”, cioè in modo chiaro e di facile comprensione per l’utente, che così è in grado di scegliere se e come fornire il consenso al trattamento;
  • Limitazione delle finalità, secondo cui ciascuna raccolta e trattamento di dati avviene per finalità limitate e ben precise (delle quali l’utente deve essere informato) e non può essere esteso ad altre, nemmeno successivamente.

Dal momento che tali principi vengono violati dalle compagnie aeree con l’utilizzo di algoritmi invasivi (che sono spesso la principale causa dell’aumento dei prezzi dei biglietti), il Garante privacy potrebbe decidere di avviare un’indagine sul fenomeno. Dimostrate le probabili violazioni, le compagnie potrebbero subire sanzioni fino al 4% del loro fatturato annuo.

Nel mirino sarebbe la tecnica del “Dynamic pricing”, che determina che i prezzi siano stabiliti in modo continuamente variabile da algoritmi che tengono conto della domanda e dell’offerta, dei prezzi applicati dalle altre compagnie, dall’andamento generale delle prenotazioni e dai comportamenti di navigazione degli utenti (che forniscono informazioni sul luogo in cui si trovano e su quello dove vorrebbero andare, comprese previsioni meteo, eventi particolari nella zona di destinazione e molto altro).

Può così capitare di controllare i prezzi di alcuni voli, sceglierne uno e tornare il giorno dopo sul portale con l’intenzione di acquistare i biglietti, solo per vederli aumentati del 300%. Per gli stessi motivi è possibile acquistare un biglietto aereo e vederlo poi disponibile a un prezzo molto inferiore, a poche ore di distanza.

Tenuto conto del fatto che una vera e propria soluzione al problema verrà dagli organi competenti, per arginare spiacevoli situazioni di questo tipo è possibile adottare alcuni piccoli accorgimenti:

  • Negare il consenso alla geolocalizzazione durante la ricerca dei voli, o disattivarla prima dell’inizio della stessa;
  • Fare test di acquisto da dispositivi e/o account diversi, in modo da ricevere diverse quotazioni per il volo cui si è interessati;
  • Negare il consenso all’utilizzo dei cookie di profilazione da parte dei siti di ricerca o prenotazione biglietti, per evitare eventuali attività di tracciamento delle proprie attività online.

È utile anche svolgere la ricerca navigando tramite VPN, prestare attenzione ai like e alle interazioni con i post sui social network e cancellare periodicamente la cronologia internet, evitando così che cookies e/o altre tecnologie di tracciamento vi attingano per affinare il monitoraggio dei nostri comportamenti online.

Ricordiamo infine che le inserzioni nelle pagine di ricerca Google (i primi risultati mostrati in seguito alla ricerca delle parole chiave, con l’etichetta “Sponsorizzato”) sono attentamente targhetizzate sulla base della nostra posizione geografica, dei nostri dati pubblici e dei nostri profili di navigazione, e che spesso mostrano prezzi più alti di quelli riscontrabili in una classica ricerca web.

Meglio evitare i click affrettati, quindi, e spostarsi sui primi risultati organici, quelli cioè senza tag di sponsorizzazione da parte dei proprietari del sito.

Sebbene sia legittimo aspettarsi una tutela degli utenti e – soprattutto – il rispetto delle norme europee da parte delle compagnie aeree, è bene ricordarsi anche che la protezione della nostra privacy e la tutela dei nostri dati personali partono dalla nostra consapevolezza in materia: l’uso consapevole del web è uno dei primi passi in questo senso.

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