Sempre più diffusi i dati biometrici su telefonini ed altri dispositivi elettronici, ma questo tipo di trattamento comporta potenziali rischi, come schedature di massa e furti da parte di hacker.
L’FBI ha raccolto scansioni dell’iride di 430 mila persone, e ricercatori hanno dimostrato come sia possibile catturare le immagini dell’occhio riflesse su specchietto retrovisore di un auto da 12 metri di distanza.
I grandi produttori di tecnologia stanno perciò ricorrendo a sistemi sempre più sofisticati per cercare di blindare cellulari ed altri dispositivi elettronici, e uno tra quelli che promettono un maggior livello di protezione pare essere l’autenticazione mediante la scansione a raggi infrarossi dell’iride, che assicura una precisione di gran lunga superiore a quella dell’impronta digitale.
Quello della scansione dell’iride, è sotto il profilo giuridico un trattamento che può comportare degli specifici rischi per i diritti, le libertà fondamentali e la dignità dell’individuo, dunque una violazione della privacy. Gli utenti devono quindi mostrare cautela prima di registrare un proprio dato biometrico, specialmente su app di terze parti, informandosi bene su come sarà utilizzato e dove sarà conservato considerando che a differenza di una password, che può essere cambiata tutte le volte che lo si ritiene opportuno, in caso di furto della scansione della propria struttura oculare non ci sarà alcuna possibilità di cambiare le credenziali, originando un problema che potrebbe trascinarsi a vita.”
In Italia, la normativa sulla protezione dei dati personali prevede che un trattamento di dati biometrici, come quello effettuato tramite lo scanner dell’iride, sia ritenuto lecito solo se il titolare dà un’idonea informativa all’interessato, adotta adeguate misure di sicurezza, provvede quando richiesto ad una verifica preliminare da parte del Garante per chiederne l’autorizzazione, e notifica sempre all’Authority ogni violazione (data breach) o incidente informatico (accessi abusivi, azioni di malware, etc.) entro 24 ore dal momento in cui viene a conoscenza del fatto.