App per il controllo del diabete: i risvolti privacy

App per il controllo del diabete: i risvolti privacy

Le app per diabetici sono state sviluppate per supportare le persone con diabete nella gestione quotidiana della loro condizione. Per un utilizzo sicuro, meglio conoscerne le implicazioni privacy.

Le applicazioni per il controllo del diabete offrono una varietà di funzioni utili, tra le quali:

Monitoraggio e salvataggio dei livelli di zucchero nel sangue: molte app consentono all’utente di registrare e monitorare la glicemia in diversi momenti della giornata, aiutando non solo a creare un utile storico dei dati ma anche a capire come i livelli di zucchero nel sangue variano in risposta all’alimentazione, all’attività fisica e ad altri fattori;
Gestione dell’alimentazione: queste app consentono anche di registrare gli alimenti assunti conteggiando carboidrati e zuccheri e pianificando un buon piano alimentare;
Monitoraggio dell’attività fisica: nello stesso modo, è possibile registrare sull’app anche gli allentamenti e in generale le attività svolte durante la giornata. In questo modo l’utente è facilitato nel capire come l’esercizio influenza i livelli di zucchero nel sangue con riguardo al suo caso specifico;
Registro delle terapie: è possibile salvare nelle applicazioni il proprio piano terapeutico e le indicazioni del proprio medico curante. Oltre ai promemoria per l’assunzione di farmaci, questo consente un monitoraggio molto stretto delle terapie che poi si rivela utile anche per il personale sanitario.
Sensibilizzazione e formazione sul diabete: diverse app comprendono anche sezioni informative con utili approfondimenti sul diabete e numerosi consigli per la gestione quotidiana della patologia.
  • Monitoraggio e salvataggio dei livelli di zucchero nel sangue: molte app consentono all’utente di registrare e monitorare la glicemia in diversi momenti della giornata, aiutando non solo a creare un utile storico dei dati ma anche a capire come i livelli di zucchero nel sangue variano in risposta all’alimentazione, all’attività fisica e ad altri fattori;
  • Gestione dell’alimentazione: queste app consentono anche di registrare gli alimenti assunti conteggiando carboidrati e zuccheri e pianificando un buon piano alimentare;
  • Monitoraggio dell’attività fisica: nello stesso modo, è possibile registrare sull’app anche gli allentamenti e in generale le attività svolte durante la giornata. In questo modo l’utente è facilitato nel capire come l’esercizio influenza i livelli di zucchero nel sangue con riguardo al suo caso specifico;
  • Registro delle terapie: è possibile salvare nelle applicazioni il proprio piano terapeutico e le indicazioni del proprio medico curante. Oltre ai promemoria per l’assunzione di farmaci, questo consente un monitoraggio molto stretto delle terapie che poi si rivela utile anche per il personale sanitario.
  • Sensibilizzazione e formazione sul diabete: diverse app comprendono anche sezioni informative con utili approfondimenti sul diabete e numerosi consigli per la gestione quotidiana della patologia.

Se usate come supporto al percorso sanitario, non stupisce quindi che queste applicazioni riscuotano molto successo e siano largamente diffuse anche nel nostro paese.

Tuttavia, come molte altre applicazioni sanitarie e non, anche le app per diabetici possono comportare alcuni rischi per la privacy a cui è bene prestare attenzione. I principali fattori di rischio sono:

  • La raccolta stessa dei dati sanitari del paziente: presupponendo la creazione e il salvataggio di una vera e propria cartella clinica relativa al diabete, queste app trattano a tutti gli effetti dati sensibili come quelli sulla salute. Nel caso di applicazioni poco sicure o poco trasparenti, queste informazioni possono essere condivise con terzi (case farmaceutiche, inserzionisti, fornitori di servizi sanitari in generale);
  • La sicurezza dei sistemi informatici: molte app sono realizzate con sistemi di supporto semplici e dotati di livelli basilari di protezione dagli attacchi informatici, e quindi a rischio di possibili data breach;
  • Sicurezza degli accessi: non tutte le applicazioni offrono la possibilità di inserire un codice di sblocco per la consultazione delle informazioni. La cartella clinica è quindi potenzialmente consultabile da chiunque abbia accesso al telefono, rilevante specialmente in caso di furto o hackeraggio del device;
  • Mancanza di regolamentazione: il disciplinare privacy per queste applicazioni non risponde ad alcuna norma internazionale, quindi le autorizzazioni e le scelte di programmazione possono variare da zona a zona. I dipendenti dell’azienda di sviluppo, ad esempio, potrebbero avere accesso a dati sensibili strettamente soggetti all’esplicito consenso privacy del paziente.

A questo proposito, segnaliamo due recenti sanzioni comminate dal Garante privacy a un fornitore di servizi sanitari, colpevole di aver mandato comunicazioni al proprio database senza oscurare gli indirizzi mail dei destinatari. Così, chiunque abbia ricevuto l’e-mail in oggetto ha potuto vedere un elenco di indirizzi di altre centinaia di pazienti diabetici.

L’incidente ha messo in luce anche il mancato utilizzo, da parte della società, di adeguate misure di protezione che potessero mettere al sicuro i dati da un eventuale breach. Nelle successive verifiche sono state evidenziate alcune non conformità anche nell’informativa privacy fornita ai fruitori del servizio.

Il rischio quindi esiste e, almeno finché queste app non saranno regolamentate da una normativa privacy sanitaria, tocca all’utente proteggere se stesso e i propri dati. Per continuare a usufruire delle utili funzionalità offerte consigliamo di:

  • Leggere attentamente l’informativa privacy fornita dall’applicazione prima di cliccare su “Accetta”. Questo documento, insieme a quello sulle condizioni di utilizzo dell’app, dovrebbe fornire informazioni chiare su come vengono raccolti, utilizzati, condivisi e protetti i dati personali degli utenti. Se la tutela risulta inadeguata (ad es., se le informazioni sono passibili di essere condivise con aziende partner e comunque con terzi) meglio provare un’altra app;
  • Scegliere app affidabili e rispettate. È sempre consigliabile scegliere applicazioni sviluppate da aziende o organizzazioni note nel settore della salute. Le società con una reputazione consolidata sono più propense a prendere seriamente la protezione dei dati degli utenti e ad adottare misure adeguate per garantire la privacy. Un valido aiuto in questo caso sono le recensioni nei negozi di app;
  • Limitare la condivisione di informazioni personali: è consigliabile condividere solo i dati e le informazioni personali strettamente necessarie per l’utilizzo dell’applicazione. Informazioni sulle proprie abitudini quotidiane possono includere il livello di attività fisica e le abitudini alimentari e di spostamento (in auto/in bici/a piedi) ma, ad esempio, l’autorizzazione alla geolocalizzazione richiesta da molte app è spesso superflua;
  • Utilizzare impostazioni di privacy e sicurezza: quasi tutte le applicazioni offrono impostazioni di privacy e sicurezza a scelta, che consentono agli utenti di controllare la condivisione e l’accesso ai loro dati personali. Queste impostazioni possono includere opzioni per limitare la condivisione dei dati con terze parti o per proteggere l’accesso all’app con password o autenticazione a due fattori, oltre a offrire la possibilità di scegliere se i propri dati e le proprie abitudini di utilizzo possono essere raccolte anonimamente e utilizzate per futuri miglioramenti dell’app;
  • Mantenere l’applicazione aggiornata: è consigliabile installare sempre le versioni più recenti dell’app per diabete quando disponibili; gli aggiornamenti spesso includono patch di sicurezza e miglioramenti delle funzionalità che possono contribuire a proteggere i dati.

Queste pratiche possono consentire agli utenti di godere delle funzionalità e dei servizi con maggiore sicurezza, mitigando i rischi privacy connessi all’uso delle app per diabete.

Se si desiderasse interrompere l’utilizzo di un’app per sceglierne un’alta più sicura, infine, ricordiamo che è sempre possibile revocare il consenso per la condivisione dei propri dati e chiedere che vengano eliminati dai database della società.

Leggi anche: Privacy e smartphone: come tutelarsi