Privacy dei bambini online: come tutelarla

Privacy dei bambini online: come tutelarla

La privacy dei minori è un argomento di grande rilevanza dato che sempre più bambini utilizzano regolarmente dispositivi connessi a Internet. Ecco cosa dicono le normative e come tutelarli.

L’età in cui i bambini iniziano a usare device connessi a Internet varia a seconda della zona geografica, della cultura familiare e delle politiche educative diffuse nella zona. Tuttavia, molti bambini oggi iniziano a familiarizzare con smartphone e tablet a partire dai 2-3 anni, e a navigare sul web dai 6-7 anni.

In questa fascia d’età i rischi per la privacy, non solo del bambino ma di tutta la famiglia, sono considerevoli. Oltre alla difficoltà del piccolo di comprendere appieno la natura e il peso delle proprie azioni online, le applicazioni più utilizzate (ludiche, ricreative etc.) non offrono generalmente delle solide privacy policy.

Privacy dei bambini sul web: le regole

Prima di fare il punto sulle strategie protettive da adottare, ricordiamo le regole privacy già in vigore a tutela dei più piccoli:

  • Consenso alla raccolta dati: secondo il Codice in materia di protezione dei dati personali, in Italia app, siti web, servizi di abbonamento e analoghi non hanno il diritto di raccogliere dati dei minori di 14 anni senza il consenso dei genitori;
  • Principi di raccolta in conformità al GDPR: i dati raccolti devono essere limitati alla fruizione del servizio in questione, raccolti e trattati con trasparenza e chiarezza (vale anche per il modo in cui vengono scritte le privacy policy, che dovrebbero essere agevolmente comprensibili dai minori e dai genitori), trattati e conservati in modo sicuro;
  • Divieto di pubblicità mirate: in molte parti dell’UE è vietato proporre pubblicità mirate ai minori all’interno dei canali da loro utilizzati (pensiamo ad es. a piattaforme come YouTube Kids). Queste regole variano però da Paese a Paese ed è bene informarsi su quali sono i siti e le app per l’infanzia con policy più solide, per indirizzarvi i nostri piccoli.

Come proteggere i bambini dai rischi privacy online

Finché i minori non hanno piena consapevolezza nell’utilizzo dei device, che a seconda delle caratteristiche personali e del contesto potrebbe avvenire dai 10 ai 13 anni, è necessario tutelarli e proteggerne la privacy in prima persona. Raccomandiamo di:

1. Occuparsi personalmente delle impostazioni privacy dei dispositivi

Questo include:

  • Limitare le autorizzazioni sulla raccolta di dati e abitudini di utilizzo dell’utente, anche da parte del dispositivo stesso;
  • Impostare sul massimo grado di sicurezza le autorizzazioni privacy interne al browser e alle app;
  • Chiudere o limitare le autorizzazioni concesse alle app sull’utilizzo della geolocalizzazione e della posizione in tempo reale;
  • Attivare il controllo parentale nel browser in uso, assicurandosi di escludere i contenuti non destinati all’infanzia da quelli passibili di essere mostrati al bambino;
  • Chiudere o limitare le autorizzazioni concesse alle app sull’accesso ai dati contenuti nel device (contatti, foto e video nella galleria, altre app etc.);
  • Per i più piccoli, impostare codici di sicurezza che impediscano l’utilizzo di app non destinate all’infanzia (social network, servizi di messaggistica, applicazioni per il controllo della smart home, oltre ovviamente ad app finanziarie e sanitarie).

2. Educare i minori alla tutela della propria privacy

Per i bambini più grandi, il secondo step consiste nell’insegnare loro che cosa sono i dati personali, per quale motivo vanno tutelati e quali rischi corrono tali dati nell’utilizzo della rete. Rientrano in questo punto:

  • Spiegare chiaramente cosa significa scaricare, acquistare o abbonarsi a un’app/un gioco/una piattaforma, promuovendo l’uso responsabile dei propri dati e la limitazione delle informazioni personali condivise online;
  • Sensibilizzare al significato e all’utilizzo di password sicure, se necessario impostandole personalmente;
  • A seconda dell’età del minore, e adeguando il proprio linguaggio comunicativo, è opportuno attivare un dialogo aperto e chiaro sui principali rischi cui si va incontro nell’utilizzo del web. Con i più piccoli è utile parlare di phishing e di pubblicità ingannevole, mentre già dai 10 anni è opportuno introdurre argomenti come cyberbullismo, stalking etc.

Educare il bambino al riconoscimento di una possibile dinamica o situazione minacciosa è il primo passo per promuovere in lui un atteggiamento di auto-tutela.

A questo proposito, poniamo particolare accento sull’importanza del creare un vero dialogo sull’argomento privacy online, rispondendo chiaramente alle domande dei bambini in merito.

Lo scopo è quello di prepararli, un giorno, a tutelare autonomamente la propria sicurezza, in modo critico e consapevole. Escluderli dal discorso o spiegare approssimativamente le dinamiche relative alla sicurezza online non li protegge, ma li tiene all’oscuro di dati fondamentali sul funzionamento del mondo che vivono quotidianamente.

Creare invece un clima positivo e di confronto, senza il timore di giudizi o punizioni, permetterà anche di essere informati anche su eventuali incontri o avvenimenti online verso i quali il minore potrebbe non sapere come comportarsi, consentendoci di essere presenti e d’aiuto.

L’utilizzo del web da parte dei bambini è sempre più diffuso e non ha solo lati negativi: si pensi alla proliferazione di piattaforme e applicazioni ludico-educative, che spesso fanno da supporto alla scuola e ai compiti nell’apprendimento delle lingue, della matematica, della musica e di altre materie fondamentali.

Proteggere la privacy dei bambini sul web richiede una comprensione approfondita delle opportunità e delle sfide del mondo digitale, e la conseguente capacità di tutelare la sicurezza dei piccoli senza “tagliare fuori” le funzionalità utili.

Con un mix di educazione, supervisione attiva e impostazioni di sicurezza adeguate è possibile creare un ambiente online sicuro e protetto anche per i più piccoli.

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